A cura di Michele Dal Bo
Il dialogo tra genitori e figli è la strategia che permette di consolidare il rapporto e creare una dimensione di equilibrio e libertà di espressione. Il dialogo è il “non luogo” in cui neutralizzare il cyberbullismo.
Con l’inizio della scuola si apre anche per i genitori una possibile fase di rinnovo del dialogo con i figli. Oggigiorno nel mondo di internet, il dialogo diventa il saper trovare delle “parole chiave”, con cui accedere a una dimensione condivisa e protetta. Un punto d’incontro comune dove genitori e figli possono parlare di argomenti felici e belli, ma anche di argomenti deludenti e tristi.
Che caratteristiche deve aver il dialogo tra genitori e figli?
Il dialogo deve essere rispettoso e attento ai tempi e alle pause. Importante è avere tempo, non fretta. All’inizio, più tempo si dedica alla ricerca delle parole chiave per il dialogo e più si pongono le basi di fiducia e di stima, che apriranno poi alla possibilità di esplorare tutto il mondo del figlio.
Le pause servono per far riflettere sui temi della comunicazione. Il tema può richiedere più tempo di riflessione, e questo tempo deve essere dato e concesso. Quando i ragazzi tornano da scuola gli si chiede “Com’è andata a scuola?”, e la risposta è spesso “Bene.”.
In effetti il dialogo sembrerebbe finito e soddisfacente per entrambi. Ma, se il genitore vuole sapere di più, è la domanda a essere sbagliata e non la risposta. Una domanda più efficace potrebbe essere “Bentornato Figlio/a, adesso ti rilassi e ti sistemi, poi mi piacerebbe che mi raccontassi la tua giornata. E se vuoi ti racconto io la mia.”. È accogliente, completa e permette di creare un rapporto di tempo e pausa che il ragazzo può gestire.
Chiedere di raccontare la propria giornata è una condivisione. Se il genitore condivide le emozioni nel proprio racconto è più probabile che anche il ragazzo lo faccia.
Ogni tanto bisognerebbe anche spiazzarli i figli: una domanda inattesa, diversa, che abbia un senso particolare. Potrebbe essere un quesito sul cantante preferito, sull’ultimo telefono uscito, oppure su un articolo, condividendone la notizia e le emozioni che ha suscitato.
I bambini e i ragazzi hanno bisogno di genitori attenti e partecipativi che non giudicano, ma che possano essere di supporto; non amici, ma adulti con cui confrontarsi.
Genitori e Figli: aprire al dialogo
Nel dialogo tra genitori e figli i temi caldi che possono creare vergogna, come essere vittima di cyberbullismo, sono argomenti che si possono (anzi, si devono) far emergere.
Cyberbullismo: è il termine che indica un tipo di attacco alla persona, che presenta caratteristiche di continuità. È ripetuto, offensivo e sistematico, e attuato mediante gli strumenti della rete.
La forza negativa del fenomeno è far chiudere e far vergognare la vittima, in maniera che si senta da sola; e il tempo qui gioca un ruolo importante. Consolidare relazioni positive e di fiducia permette al figlio di aprirsi appena viene percepito il disagio e non dopo, quando potrebbe essere troppo tardi.
Il cyberbullismo lascia tracce piccole, lacera e ferisce la personalità della vittima, senza lasciare tagli visibili: agisce dentro.
Il genitore deve dare ai figli un ambiente carico di ascolto e di confronto. Fatelo su tutti i temi. Da quelli più divertenti a quelli tristi, dalla bellezza della natura ai problemi dell’inquinamento, dalle applicazioni che usano fino alla tecnologia che impatta sulla loro quotidianità. Ogni tema affrontato genera emozioni che vanno condivise: sapere cosa provano è importante tanto quanto essere a conoscenza di cosa fanno. Questo permette di creare una base solida di supporto.
Consapevolezza e apertura al dialogo, con i tempi e le pause giuste. Condivisione di temi da narrare, per creare una base di fiducia. Il genitore è chiamato a fare tutto questo, specialmente oggi, nell’epoca dell’internet quotidiano.